“Mi diceva, Faustina non posso prendere quel reddito e andar a lavorare a nero, la mia coscienza non vuole”. Si commuove suor Fausta mentre parla della tragedia di Carlo Riccio, annegato per salvare due vite. “Aveva avuto il reddito di cittadinanza, ma nessuno gli voleva fittare una stanza perché quell’assegno non era una garanzia, per strada non ci voleva più stare e così è tornato al dormitorio pubblico”.
Carlo aveva 57 anni e un cuore grande così. Era uno degli ospiti del dormitorio di Napoli e aiutava altri poveri, preparava i sacchetti, era sempre il primo a farsi avanti per dare una mano. Anzi due, giovedì 1 luglio le ha allungate nelle acque agitate per tentare di salvare due ragazzini in difficoltà. Era andato a respirare un po’ di mare a Monte di Procida, sul litorale flegreo che scruta le isole. In quel tratto la sabbia è bassa e truffaldina sotto l’alta scogliera, i piedi toccano terra ma il vento forte li sradica e la corrente trascina presto al largo. Cercava uno spazio dignitoso su questa terra, una mareggiata ha affondato la sua rincorsa. Due ragazzini di 15 anni sono stati risucchiati e lui insieme a altri generosi bagnanti si è tuffato per soccorrerli, senza pensarci due volte. Tutti in salvo tranne lui. Trascinato via e disperso, il suo corpo è stato ritrovato due giorni dopo dalla Guardia costiera, la mattina del 3 luglio.
Suor Fausta, lombarda e punto di riferimento a Napoli di cento senza fissa dimora, l’ha saputo subito. “Con il Covid chi rientra per le 18 poi non esce più, e lui ci faceva spesso lo scherzo che non sarebbe rientrato ma poi rientrava sempre”. Stavolta era preoccupata.
“Stiamo cercando di dargli un funerale degno del suo coraggio anche per dare visibilità a questi gesti di grande umanità” – sottolinea Lucia Provenzano, siciliana e assistente sociale al dormitorio. Appena saputo della tragedia il nuovo cardinale di Napoli Mimmo Battaglia si è offerto subito, per il funerale al povero Carlo aprirà le porte del Duomo.
Carlo aveva avuto il reddito di cittadinanza, e a chi se non a lui. Un po’ di esperienza da muratore, manovale di tutto, non aveva figli. “Sapeva fare tanti piccoli mestieri, si dava da fare ci aiutava” racconta suor Fausta. Non voleva sporcarsi la coscienza e andare a lavorare a nero mentre incassava il reddito, non gli sembrava giusto, quanta ingiustizia in questa vita terrena”.
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