Vidi il primo film al cinema di Clint Eastwood nell’estate del ’79, in un piccolo spazio all’aperto di Castro Marina (Lecce). Ricordo le sedie di legno scomodissime anche per un 14enne, da cui cercai di evadere tra una scena e l’altra di Fuga da Alcatraz, cult del genere carcerario che ha reso ancor più celebre la Baia di San Francisco, dove l’attore americano è nato il 31 maggio 1930.
Nell’aprile 2009, trent’anni dopo, in una sala semivuota ho staccato il biglietto di uno dei suoi capolavori da regista, Gran Torino. E l’ultima volta che son tornato in un cinema, Cry Macho – Ritorno a casa (dicembre 2021) mi è sembrato il malinconico sipario sulla sua infinita carriera.
Oggi Clint Eastwood è un signore in cammino con il crepuscolo sotto braccio, 93 anni vissuti con quel sorriso amaro e un po’ cosi, che non basterebbe un film a raccontarli.
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