Col primo stipendio comprò dieci piantine di meli, per fare della casa di famiglia un bel giardino. Operaio in una fabbrica di carta, per 50 anni e fino alla sua morte ha speso tutto il tempo e il denaro a piantare fiori, alberi. E sculture. La prima a 17 anni, nel 1961. Non ebbe figli e nella foresta realizzò 450 creature, una collezione unica di sagome umane in cemento, di cui la metà in posizione yoga, ma anche soggetti esotici e animali.
Veijo Rönkkönen era schivo, timido, molto riservato e quello era il suo modo di comunicare i sogni, le paure, la sua personalità. Originale e sensibile. Non osava avventurarsi nel mondo, sperava forse che il mondo andasse da lui. Come andare a cercare Babbo Natale, lassù in Finlandia.
Il suo giardino è diventato poco alla volta un bosco incantato e anche un po’ alieno a Koitsanlahti, Parikkala, vicino al confine russo. Veijo ci è nato il 25 febbraio 1944, lo stesso giorno di George Harrison, un anno dopo.
E come il leggendario musicista dei Beatles voleva lasciare in ricordo solo i suoi giardini. Ma era certo che sarebbe stato tutto dimenticato e sepolto, come l’esercito di terracotta cinese.
Ogni anno 30 mila persone visitano quel che ha lasciato.