Per Beckenbauer e Breitner è stato il calciatore più importante del calcio tedesco. Nato alla fine della guerra nel ’45, Gerd Muller è tra i grandi centravanti della Storia del Calcio. Bandiera della Germania e del Bayern in cui militò dal 1964 al 1979, il suo score è da leggenda: 730 gol in 788 partite ufficiali con la stessa media di Pelè, il record imbattuto di 365 gol nella Bundesliga, quattro campionati e tre Coppe Campioni. E con la Nazionale 68 gol in 62 match, roba da fuoriclasse.
Tozzo ma letale con entrambi i piedi, basso ma con un’elevazione eccelsa, rapido e intuitivo i difensori lo vedevano spuntare quando il pallone era già nella rete. Segnò il gol decisivo contro l’Olanda di Cruijff nella finale che laureò la Germania campione del mondo nel ’74, altri due contro l’Unione Sovietica travolta 3-0 nella finale europea ’72, due nella storica partita contro l’Italia a Mexico ’70. E’ stato il primo calciatore tedesco a vincere il Pallone d’Oro nel 1970. La finale a Monaco contro l’Olanda, la sua ultima partita in Nazionale a soli 28 anni.
Dopo il ritiro, la depressione e poi l’alcolismo. Lo aiutarono i vecchi compagni del Bayern a cui Muller aveva dedicato quell’esultanza diventata storica, braccia e palmi delle mani aperti. Dieci anni fa, la notte del 17 luglio 2011, scomparve per le vie di Trento e fu rinvenuto in stato confusionale. Nel 2015 la diagnosi dell’Alzheimer. “Non mangia più, dorme in attesa della fine” disse la moglie Uschi in un’intervista quando “der bomber” compì 75 anni, lo scorso 3 novembre. Pensammo di dedicare un ricordo al grande calciatore, l’Alzheimer ci ha preso in contropiede.
alla fine del video, con Muller si riconoscono Breitner e Grabowski, Beckenbauer e Lattek