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Giacinto, indimenticabile Facchetti

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Facchetti, il nome ricorda quelle comparse dell’Italia struggente e sognatrice raccontata dai film del neorealismo. Giacinto, padre ferroviere, lo ha onorato da protagonista. Bandiera dello Sport con l’Inter e la Nazionale, Giacinto Facchetti è stato esempio raro in cui la grandezza dell’atleta corre insieme all’umanità della persona.

Cresciuto nelle case popolari, è diventato popolare nel mondo. “Mio padre non si è mai dimenticato di essere partito da li” racconta il figlio Gianfelice, regista e autore teatrale che ho conosciuto 11 anni fa quando accolse l’invito del mio amico salentino Luigi Colitta di inaugurare un centro sportivo intitolato al figlio Alberto, stroncato dalla leucemia a 14 anni.

Giacinto oggi avrebbe 80 anni. Ha vinto tutto con l’Inter, battuto ai Mondiali solo dal Brasile di Pelè nella Nazionale italiana forse più forte di tutti i tempi. Terzino irripetibile, 78 gol da difensore. Coraggioso, timido e buono anche in campo, 728 partite e una sola espulsione in Inter-Fiorentina per aver applaudito l’arbitro, uscì con lo stadio in piedi.

Quando morì il 4 settembre 2006 a 64 anni, nel giorno del funerale un anonimo sui registri scrisse: “Giacinto smettila di scherzare, ci vediamo domenica a San Siro”.

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10 Commenti

Giorgio 20 Luglio 2022 - 23:47

Rimarra’ per sempre il dubbio che se Valcareggi avesse avuto il coraggio di schierare Rivera con Mazzola( a discapito di Boninsegna) dal primo minuto forse avremmo esercitato piu’ pressione sulla difesa brasiliana ed il risultato sarebbe cambiato.La staffetta fu una manovra basata piu’ su logiche politiche che sportive.
Ad ogni modo Facchetti e’ un esempio straordinario di grande calciatore e gentleman.

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Marco 23 Luglio 2022 - 12:35

Hai ragione, anch’io, al posto di Valcareggi, avrei provato a schierare Mazzola come centravanti di movimento insieme a Rivera come mezzala di punta, nella finale contro il Brasile, almeno all’inizio, poi eventualmente in corso di partita poteva subentrare Boninsegna per affiancare Riva se le cose si fossero messe male. Tra l’altro questa soluzione diede ottimi risultati in quella che, a quanto mi risulta, fu l’unica occasione in cui fu sperimentata, cioè la partita Austria-Italia 1-2 del 31 ottobre 1970, nell’ambito delle qualificazioni all’Europeo 1972: in quell’occasione non solo l’Italia vinse in trasferta, nonostante che gli austriaci avessero spezzato una gamba a Gigi Riva, ma Mazzola segnò anche il gol della vittoria… Un mistero che quella formula non sia più stata riproposta, una delle tante occasioni perdute nella storia della nazionale.

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Marco 23 Luglio 2022 - 12:23

Grazie e complimenti per il bellissimo filmato, quel numero dell’Intrepido che appare con Giacinto in copertina ricordo di averlo comperato e letto “in diretta” quando ero ragazzino: chissà dov’è finito, magari l’ho conservato in casa da qualche parte e ce l’ho ancora oggi senza saperlo… Be’, mi auguro davvero che un giorno o l’altro possa saltare fuori. Tra l’altro, Facchetti fu l’unico giocatore della Grande Inter a poter vantare nel proprio palmares anche una Coppa Italia, trofeo che la leggendaria Inter di Herrera, stranamente, non riuscì mai a vincere: accadde nel 1978, alla fine dell’ultima stagione di Giacinto come calciatore, e tra l’altro lui non poté prendere parte alla finale poi vinta contro il Napoli perché era già partito per l’Argentina con la nazionale, come accompagnatore, per prendere parte ai Mondiali di quell’anno. Riposa in pace, grande Giacinto, e che la terra ti sia leggera; noi, da parte nostra, non ti dimenticheremo mai.

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Franco 23 Luglio 2022 - 22:33

Ritornando ai mondiali del 70 avere due fuoriclasse come Rivera e Mazzola oltretutto uno rifinitore assoluto Rivera l’altro meraviglioso attaccante dovevano stare in campo entrambi fino all’ultimo secondo. Il problema del calcio italiano è che ci sono tanti allenatori che sono come quelle persone che comprano l’auto nuova e la smontano per capire perché va bene. Il tema è Giacinto unico l’uomo e il calciatore che unisce le tifoserie io l’ho amato da tifoso del Napoli. Ferruccio i tuoi servizi mi ricordano il caro Viola il poeta del calcio. Io ho 76 anni. Il calcio e la stampa erano di altissimo livello. Vi siete perso qualcosa qualcosa

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Ferruccio 23 Luglio 2022 - 22:48

Caro Franco, son d’accordo su Rivera e Mazzola compatibili avendo caratteristiche diverse ma quel Brasile non ammette rimpianti. Beppe Viola, a ottobre son 40 anni che se n’è andato e io, Stramp, lo ricorderemo.

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Ferruccio 23 Luglio 2022 - 14:26

Ciao Marco e Giorgio
avevo 5 anni…mio padre che impreca ancora lo vedo…non avrei mai rinunciato a Boninsegna che ha anche il merito al 50 per cento del gol decisivo di Rivera contro la Germania. Su Rivera è stata costruita una leggenda dopo quel gol storico, dubito che avrebbe cambiato una partita cosi tosta, giocava da fermo (l’abatino, Brera) e l’Italia lontano dalla loro porta. Fino al 65 siamo stati in partita e coi giocatori giusti per colpire in contropiede con la velocità di Riva, Bonimba, Domenghini, Mazzola, Facchetti…ma quel Brasile era poesia di un altro pianeta.

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Marco 26 Luglio 2022 - 12:37

Ciao Ferruccio, sì, quel Brasile era indubbiamente molto forte ma non era imbattibile, per esempio aveva fatto fatica contro l’Uruguay in semifinale e fino a 10 minuti dalla fine era ancora sull’uno a uno. Per quanto riguarda l’Italia influirono diverse cose, sicuramente la maggiore stanchezza dopo una semifinale come Italia-Germania 4-3, poi anche un po’ di sfortuna (ricordo che sull’1-1 stavamo per passare noi in vantaggio con un tiro di Domenghini, mi pare deviato da un difensore, che non entrò per pochissimo), e infine, per come la vedo io, la formazione. Boninsegna era indubbiamente fortissimo ma in Messico non è che avesse fatto tutto ‘sto gran Mondiale, aveva segnato il suo primo gol solo in semifinale con la Germania, dove indubbiamente giocò bene, e poi ne segnerà un altro in finale, mentre Rivera era stranamente in forma (fu l’unico Mondiale dove combinò qualcosa di buono, nel ’62 e nel ’66 aveva fatto pena ed altrettanto farà nel 1974) e con Mazzola e Rivera in campo insieme con Riva la pressione sui brasiliani sarebbe stata indubbiamente maggiore e la partita avrebbe potuto prendere un taglio diverso… ma sono tutte considerazioni fatte col senno del poi, purtroppo.

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Ferruccio 26 Luglio 2022 - 19:41

L’azione di Facchetti che apre questo video è proprio quella che si conclude con il tiro di Domenghini che hai ricordato… vai al minuto 54.19 https://www.youtube.com/watch?v=GomTORLZcWw&t=3283s

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Marco 30 Luglio 2022 - 12:01

Grazie Ferruccio, è proprio quella… Peccato, in quel momento la storia della partita poteva cambiare radicalmente, ma è andata così e ormai c’è ben poco da fare. Per come la vedo io, che i brasiliani non subissero nessuna pressione dalla formazione iniziale dell’Italia è dimostrato proprio dal gol di Boninsegna, che approfittò di un assurdo tentativo di colpo di tacco, fatto solo per la platea, di un difensore da ultimo uomo (!) e della successiva uscita fino a tre quarti campo del portiere Felix: figurati quanto temevano il nostro attacco, anche se paradossalmente, nell’occasione del gol, questo ci favorì… Invece, la presenza di Rivera avrebbe forse potuto cambiare le cose, e del resto è significativo che quando poi entrò, negli ultimi otto minuti, ad uscire non fosse Mazzola ma proprio Boninsegna: l’ultima disperata mossa di Valcareggi fu proprio il ricorso al modulo con Mazzola centravanti di movimento, che io avrei provato ad adottare fin dal primo minuto.

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Marco 3 Agosto 2022 - 11:36

Be’, questo che doveva essere un omaggio a Facchetti ha finito quasi per diventare, anche per opera mia, un dibattito sulla finale mondiale del ’70… Per tornare al grande Giacinto, voglio ancora ricordare che fu uno dei pochissimi, insieme a Mazzola e forse qualcun altro, a salvarsi nel naufragio collettivo dei Mondiali del 1974, tant’è vero che fu l’unico dei “vecchi” del periodo 1968-74 (Mazzola venne ingiustamente travolto nell’epurazione generale) a continuare ad essere convocato e a giocare da titolare anche dopo, fino a fine 1977, partecipando alle qualificazioni agli Europei 1976 e ai Mondiali 1978; tuttavia, nel maggio 1978, al termine di quella che doveva essere la sua ultima stagione da calciatore, annunciò la sua rinuncia a partecipare all’imminente Mondiale, dato che non stava bene fisicamente a causa dei postumi di un infortunio. Per il suo carisma e il suo spirito di squadra, Facchetti fu comunque aggregato alla spedizione in Argentina come capitano non giocatore. Da ricordare anche la sua correttezza: in tutta la sua carriera venne espulso una sola volta, nel 1975, per un applauso ironico al direttore di gara nella partita Inter-Fiorentina (1-0).

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