Il 9 aprile avrebbe compito 90 anni. Gian Maria Volonté ne aveva solo 61 anni quando si fermò in Grecia durante le riprese di un film e il suo cuore pure. Nessuno nel cinema italiano ha dato volto e impegno a personaggi tanto complessi, profondi e diversi eppur legati dal raro filo della coerenza. Per Orson Welles e Ingmar Bergman era uno dei più grandi attori del mondo.
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, Il caso Mattei e Il caso Moro, Sbatti il mostro in prima pagina, Cristo si è fermato a Eboli, Giordano Bruno, sotto la regia di Sergio Leone fu John Wells in Per un pugno di dollari e el Indio in Per qualche dollaro in più.
Il mio ricordo è legato in particolare alla banda Cavallero in Banditi a Milano e al calzolaio Bartolomeo che attende il suo turno nella camera della morte col compagno Nicola, interpretato dal volto intenso di Riccardo Cucciolla. Quando da piccolo sentivo il peso dell’ingiustizia, il pensiero andava subito a Sacco e Vanzetti, un pugliese e un piemontese arrestati nel 1920 in America, Massachusetts, con la falsa accusa di aver ucciso in una rapina due uomini e condannati alla sedia elettrica in realtà perché anarchici, poveri e immigrati.
Attore e uomo dal sorriso difficile, Volonté trasmetteva nei suoi personaggi la sete di giustizia che traboccava dalla vita reale. Schivo, timido e fermo nei principi parlava di se stesso solo attraverso il suo lavoro e grazie anche alla sua autentica indignazione il film di Giuliano Montaldo del ’71 riaprì la ferita e la strada alla riabilitazione morale dei due innocenti. Che arrivò quando il governatore democratico del Massachusetts Michael Dukakis, avvocato di origine greca, riconobbe l’ingiustizia e proclamò il “Sacco e Vanzetti day” il 23 agosto 1977, giorno dell’esecuzione, 50 anni dopo.
Nella mia stanza accanto al portapipe di mio padre conservo da 30 anni, inchiodato al muro, uno dei tanti appelli degli anarchici dell’epoca “In difesa di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti”, uno scarpaio e un pescivendolo che ci ricordano ancora oggi che il mondo si regge sul coraggio di pochi.
Gian Maria Volonté amava ritirarsi in un angolo della Maddalena e andare per mare con l’unica figlia che il 3 luglio compirà 62 anni, è sepolto in un ginepro dell’isola e sotto la piccola lapide a forma di vela è inciso in francese un verso del poeta Paul Valery “Si alza il vento, bisogna tentare di vivere”.
1 Commenti
Grazie Ferruccio per averci ricordato questo grande attore che, forse, è stato troppo presto dimenticato.