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Il dialogo di Putin, 83 missili sulla gente

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Questa mattina mi ha svegliato Nicolai con i video dei missili piovuti su varie città dell’Ucraina, alcuni hanno centrato il cuore di Kiev dove lui si stava recando per il lavoro da cuoco che ha ripreso da un po’. In tutto, mi ha detto, 83 missili di cui la metà intercettati dalla difesa aerea, gli altri hanno causato morte e distruzione. Colpito anche il “ponte della passeggiata”, proprio di fronte all’Arco dell’amicizia tra i popoli, che abbiamo attraversato insieme lo scorso giugno.

Putin è un criminale ma ha molti fan in Italia, quelli sfacciati che mostrano verso lo zar lo stesso rispetto che i picciotti hanno per il capomafia e quelli che si nascondono dietro a un finto pacifismo e prigionieri di sovrastrutture mentali ripetono “no armi all’Ucraina, abbasso la Nato, ma dover eravate quando in Palestina…”. slogan ma se chiedi loro che fare in concreto, ora con Putin, non lo sanno.

Stramp ha pubblicato un video sulla disperazione della gente di Mariupol, il commento di un lettore sintetizza questo pacifismo “Ecco che significa dare le armi all’Ucraina”. Gli è stato risposto che quando a Mariupol sono arrivati i russi e l’hanno distrutta, le armi occidentali non erano arrivate e l’unica difesa degli ucraini era nascondersi negli scantinati, fuggire, esser deportati o morire.

Sanna Marin, leader finlandese guarda caso di un Paese confinante con la Russia e ancora fuori dalla Nato, ha detto che l’unica via d’uscita dalla guerra è che i soldati russi se ne tornino a casa. E noi siamo convinti che loro, i soldati russi, è quello che vogliono.

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