“Maestri” del calcio, inventori del football, ci fu un tempo in cui gli inglesi disertavano le competizioni internazionali. Snobismo british e superbia imperialista ma la nazionale più antica della storia del Calcio in un passato lontano è stata davvero di un altro pianeta. Non partecipò ai primi tre mondiali del ’30, ’34 e ’38 ma invitava al confronto la nazione campione del mondo, sempre a casa loro e sempre di novembre. Non a caso, scriveva Gianni Brera – “a novembre il cielo inglese è un innaffiatoio…sull’erba fradicia il loro gioco mazzolato e veloce non ha quasi avversari”.
Fu cosi nel ’34 contro l’Italia mondiale di Peppino Meazza, ricevuta nel sobborgo di Highbury, campo dell’Arsenal perché aprire le porte di Wembley e a una nazione fascista poi, era troppo. La partita servì agli inglesi a confermare il loro primato, 3 gol nei primi 12 minuti, agli italiani a passare alla storia come 𝑖 𝑙𝑒𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝐻𝑖𝑔ℎ𝑏𝑢𝑟𝑦, 2 gol di Meazza in 10 contro 11. Il complesso di superiorità inglese si alimentò con la sfida nel dopoguerra a Torino quando anche il blocco del 𝐺𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑇𝑜𝑟𝑖𝑛𝑜 di Mazzola e Gabetto s’inchinò ai maestri Matthews e Mortensen.
L’Inghilterra è stata tabù per l’Italia fino al 1973, nell’anno della crisi più nera dell’economia la domenica era vietata alle auto, i 𝑃𝑖𝑛𝑘 𝐹𝑙𝑜𝑦𝑑 uscivano con THe Dark Side of the Moon e gli azzurri si imponevano per la prima volta in due amichevoli (ma un tempo non erano affatto amichevoli). Nel ’73 Zoff arrivo’ secondo dietro Cruijff nel Pallone d’oro e fu determinante nello storico successo a 𝑊𝑒𝑚𝑏𝑙𝑒𝑦 con gol di Capello a 3 minuti dalla fine, l’ultima partita del grande Bobby Moore.
Negli anni ’70 i club inglesi dettavano legge in Europa ma la Nazionale incassava insuccessi, eliminata anche dall’Italia per differenza reti nel girone per i Mondiali di Argentina ’78. La partita di andata a Roma si giocò nel clima pesante del ’76, il terrorismo seminava morte, l’austerity impoveriva le tasche, i comunisti insidiavano i democristiani. L’ipocrisia dei governanti pensò di vietare la diretta tv di Italia-Inghilterra mercoledì alle 14.30 contro l’assenteismo sul lavoro, ma allo stadio insieme agli 80 mila paganti si contarono esponenti di governo e 300 parlamentari.
Il match fu trasmesso per la prima volta a colori, in quello di ritorno a Londra il 16 novembre ’77 colorito fu anche il duello tra Kevin Keegan e Marco Tardelli, giovane terzino con la maglia numero 2.