Il giorno in cui nascerà il sospirato stato palestinese, che tutte le anime giuste della terra si augurano,resteranno orfani i pacifisti di professione impegnati in questi giorni a giustificare sulle loro bacheche i massacri di Hamas. Orfani della causa palestinese, il loro principale strumento di fanatismo ideologico anti occidentale, giacché le ragioni umanitarie di costoro svaniscono per i morti non utili, quelli del popolo iraniano e ucraino, gli eritrei e curdi, gli armeni, i bambini ceceni, di tutti gli oppressi. Se i palestinesi troveranno finalmente pace, loro, gli “equidistanti” andranno in crisi di astinenza ideologica e dovranno trovarsi presto un’altra terra dove piantare la bandiera dell’ipocrisia.
Tanti di loro si proclamano di sinistra, con le fortune messe al sicuro a ovest di Paperino, foulard di Hamas esibiti nelle piazze, cioè dei tagliagole dell’estrema destra fondamentalista che festeggia le stragi dei giovani della sinistra israeliana negli alberghi di lusso del Qatar, sostenuta dallo stato più criminale dove ragazzini sono impiccati senza nemmeno aver scagliato una pietra. L’Iran amico di Putin guarda un po’.
E ora largo a Woody Allen, che tanti ebrei in passato hanno liquidato come traditore. Ingiustamente. In verità il grande regista e attore americano ha spesso ironizzato sulle sue origini ebraiche e schernito la religione, proprio perché critica e dialettica sono parte dell’ebraismo. E non ha risparmiato battute sarcastiche a ebrei, cristiani, musulmani.
La sua solidarietà alla causa palestinese è storia, così la sua difesa di Israele come nazione.
“Molta gente camuffa dietro una critica politica a Israele l’odio per gli ebrei, un odio profondo” – disse. Succede anche in America dove però gli ebrei se la passano meglio che altrove e che il regista considera in fondo “un posto accettabile” considerata l’intolleranza sparsa nel mondo.
Oggi a New York City vivono più di un milione di ebrei,e nella Grande Mela esiste una legge che impone di aiutare i migranti poveri. “In questo senso siamo un Paese generoso”. Forse più di Israele, “diventato aggressivo per necessità” ma fino a macchiarsi di crudeltà.
“Mi sono sempre sentito offeso per le sofferenze inflitte alla piccola nazione di Israele da vili terroristi…ma ora sono indignato dal trattamento che gli israeliani infliggono ai palestinesi in rivolta – a proposito delle intifada nei territori occupati in Palestina. Ma dico, ragazzi, stiamo scherzando? Soldati che picchiano la popolazione civile per dare un esempio? Che rompono le mani e le braccia di ragazzi e donne per impedirgli di tirare le pietre?”
L’autore di Provaci ancora Sam non riusciva a crederci. “È proprio vero che si è fatto fuoco sulla gente, che è stata usata anche la tortura, con il beneplacito dello Stato?”.
In Italia, nello squallido panorama televisivo, il piccolo genio americano sarebbe un gigante. E cosi se un recente sondaggio di Antonio Noto racconta che i massacri di Hamas e l’invasione dell’Ucraina sono giustificati da un italiano su sette, Woody Allen troverebbe le sante parole di liquidare la faccenda: “In fondo non è così grave, confidiamo nella saggezza degli altri sei”.
(la foto è una cartolina ricevuta da Gerusalemme nel 1981 da Roberto, ebreo e ateo, mio caro compagno di banco ritrovato a Roma dopo 40 anni, a due passi da San Pietro)
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