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La guerra, l’emigrazione, quando Napoli univa l’Italia con la poesia di E.A.Mario

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Quando nel clima della prima guerra mondiale (1915) un quotidiano austriaco scrisse che a combattere contro l’esercito austro ungarico sarebbero andati i mafiosi di Sicilia, i briganti delle Calabrie e i mandolinisti di Napoli, E. A. Mario aveva 31 anni e la vena poetica di un fuoriclasse.

La usò per rispondere a Francesco Giuseppe d’Austria.
“Mio caro Imperatore, primma ca muore, ‘a vide ‘a nuvità, ll’Italia trase a Trieste. Ce trase e hadda restà!” recitava la “Serenata all’Imperatore, una delle sue 2600 canzoni.

Giovanni Ermete Gaeta, in arte E.A. Mario, è stato autore di testi passati alla storia della canzone del ‘900 e non solo napoletana, i più celebri conosciuti in tutto il mondo come La canzone del Piave, che univa il sentimento patriottico da nord a sud e Santa Lucia luntana, affresco drammatico dell’emigrazione. Di fervide idee mazziniane, aveva adottato lo pseudonimo in onore di Alberto Mario, patriota idolo della sua giovinezza.

Luca Napolano, attore e musicista, gli ha dedicato un cofanetto di 15 brani ideato con Gino De Nicola, tutti scritti da E.A.Mario, tra cui “Terra luntana”, struggente parabola degli emigranti che abbiamo scelto come colonna sonora di questo video, in cui il ricordo mi lega al volto caro e amico di Aldo De Gioia, storico napoletano e poeta scomparso il 24 febbraio di due anni fa.

Dall’unità d’Italia al 1985 sono partiti 30 milioni di italiani, i primi furono i settentrionali, ma dall’inizio del ‘900, soprattutto meridionali, veneti, friulani. Bambini senza sorriso che cercavano rifugio nel disperato coraggio di una madre, sulle navi e i treni di terza classe.

Umanità cara a Luca Napolano che ha dedicato questa bella iniziativa discografica ai suoi genitori: “Questo lavoro è dedicato a Lorenzo e Tina, senza i quali non avrei capito l’importanza dello studio e la passione per l’arte”.
(Ferruccio)

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