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La vita è meravigliosa, con un angelo di seconda classe

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Quanti si lancerebbero nel fiume gelato la vigilia di Natale per salvare uno sconosciuto? Coraggio e umanità cercasi in questo tempo insensibile più del piombo. L’idea venne a Frank Capra, figlio di un fruttivendolo palermitano emigrato in America, regista di un’opera sentimentale entrata nella storia del cinema con James Stewart, Donna Reed e l’indimenticabile Clarence, l’angelo di seconda classe mandato sulla Terra a salvare dal suicidio George Bailey, uomo buono e generoso sull’orlo del fallimento economico.

Uscito nel 1946 e diventato eterno cult natalizio, il film metteva al centro dell’esistenza l’umanità dell’individuo a dispetto del cinico affarismo, Capra abbracciò l’idea che ogni persona non deve essere considerata fallita, se cuore e onestà dirigono la sua vita. Una morale capovolta nel clima di sospetto dell’America maccartista di quegli anni che andava a caccia delle streghe comuniste, al punto che l’Fbi in una nota accusò il film di screditare i valori del capitalismo.

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1 Commenti

VINCENZO CAPUANO 15 Gennaio 2023 - 22:19

Bellissimo e realistico!
Ho due amici, marito e moglie, che mi hanno dato una testimonianza credibile di aver avuto – circa trent’anni fa- aiuto in circostanze particolari per strada da due persone sconosciute. Quando stavano per andar via uno di loro ha detto : ” ci ha mandato il Signore”.
Quando ci vediamo ti racconto i dettagli.

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