Era bravo Libero De Rienzo, uno dei migliori attori italiani. Schivo, discreto, a disagio nel finto e cinico mondo dello spettacolo e forse per questo ignorato dalla grande ribalta. Bravo e troppo giovane per morire, di infarto a 44 anni. Lascia la moglie Marcella costumista e due figli di 6 e 2 anni, sarà sepolto in Irpinia accanto alla madre.
Nato a Napoli il 24 febbraio 1977, cresciuto a Roma sulle orme del padre Fiore De Rienzo, aiuto regista di Citto Maselli, era diventato anche regista e sceneggiatore. Un David di Donatello come miglior attore non protagonista in Santa Maradona, tra i suoi lavori più apprezzati “Smetto quando voglio” (2014) e “A Tor Bella Monaca non piove mai” del 2019.
Molto legato a Procida, ha aiutato gli isolani a ridare vita al carcere e a difendere il pronto soccorso, il sindaco Dino Ambrosino ha ricordato la sua umanità e le gite sull’isola “con la grande confidenza e serenità di chi fa parte della comunità”.
Il cinema era la sua passione, sentì molto l’interpretazione di 𝐺𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑆𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑖𝑛 𝐹𝑜𝑟𝑡𝑎𝑝𝑎̀𝑠𝑐. E a un piccolo canale web romano consegnò il suo pensiero, distante dalla solita risacca di parole, sulla parabola della professione del reporter. Ricordò l’unico giornalista ucciso dalla camorra come “un prodromo di un moderno attivista, di un precario che pur non avendo nessuno dei privilegi dei giornalisti iscritti all’Ordine era quello che più di tutti andava a cercarsi le notizie” e aggiunse – “se devo pensare a dei moderni Giancarlo Siani sicuramente non penso ai giornalisti affermati o alla stragrande maggioranza dei giornalisti televisivi…”.
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