Filosofo profondo, intelligenza senza padroni. Biagio De Giovanni è un fuoriclasse del pensiero, luce nella notte in cui si è perso il mondo, un uomo libero nella ricerca della verità che assolda ormai professionisti della disinformazione e ignora i fatti della Storia. Dall’87 all’89 fu rettore dell’Università Orientale di Napoli dove ci siamo conosciuti, era il mio prof di Storia delle dottrine politiche e aveva l’età che io ho adesso, è stato deputato europeo del Pci. Tra i suoi libri “Marx filosofo” (Editoriale scientifica), “Hegel e il tempo storico della società borghese” (De Donato), “L’ambigua potenza dell’Europa” (Guida).
𝐂𝐨𝐧 𝐥’𝐢𝐧𝐯𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐔𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐞’ 𝐚 𝐮𝐧 𝐛𝐢𝐯𝐢𝐨
La guerra di Putin segna la fine della globalizzazione intesa come capacità di muovere verso un ordine mondiale più unificato e pacifico, senza barriere, una partita in cui gli interessi in gioco sono secolari: di qua le democrazie imperfette quanto si vuole ma democrazie e di là il potere assoluto di Russia e Cina che vuole dal popolo solo l’obbedienza. Con Putin, il potere orientale torna non come erede diretto dell’Unione Sovietica ma come rivendicazione della civiltà della grande e Santa Russia degli zar, perfino Dostoevskij nel Diario di uno scrittore sostiene che la chiesa ortodossa russa salverà il Cristianesimo…
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐟𝐚 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐢𝐦𝐩𝐚𝐭𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐦𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨𝐧𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐢, 𝐬𝐢 𝐚𝐟𝐟𝐢𝐝𝐚 𝐚𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐞𝐧𝐚𝐫𝐢 𝐞 𝐡𝐚 𝐬𝐞𝐩𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐜𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐂𝐞𝐜𝐞𝐧𝐢𝐚, 𝐆𝐞𝐨𝐫𝐠𝐢𝐚, 𝐒𝐢𝐫𝐢𝐚, 𝐔𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐚?
La Russia dall’800 in poi si è spartita l’Europa. Hitler fece un errore clamoroso con l’operazione Barbarossa, se i nazisti non avessero invaso la Russia, lui e Stalin si sarebbero divisi l’Europa e oggi racconteremmo un’altra Storia. Stalin non si aspettava un attacco, infatti quando due milioni di tedeschi entrano in Russia non incontrano resistenza, c’era un accordo formale tra i due. La Russia è questa, è sempre stata cosi. Ha vissuto solo per dieci anni un tentativo di democratizzazione con Gorbaciov e Eltsin, tutto finito con Putin. Un popolo che non ha mai fatto una riforma politico istituzionale, il potere in Russia non ha nessun rapporto con la libertà, è un dato costante della Storia.
𝐒𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐦𝐚𝐥𝐞
Ti consiglio il libro “L’era della non pace”, in cui Mark Leonard spiega come la speranza di rendere impossibili le guerre grazie all’abbattimento delle frontiere stia naufragando e l’invasione dell’Ucraina è una conferma. Questa guerra che vede la Russia sul banco degli imputati è una crisi drammatica della globalizzazione, ognuno utilizzerà le proprie risorse non più in vista dell’unificazione dell’umanità ma dei propri interessi. L’Occidente deve aiutare l’Ucraina anche per difendere la sua sopravvivenza e le sue libertà.
𝐀𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐥’𝐎𝐜𝐜𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚 𝐛𝐞𝐧𝐞
Ho scritto da poco un libro “Fìgure di apocalisse”, che ci siano elementi di declino grave è fuori di dubbio, non si studia più latino e greco, una coscienza in crisi, la democrazia in crisi, discorso lungo, però l’Occidente è l’Occidente, ha un archivio infinito, un campo larghissimo, senza l’Occidente staremmo in mano alle autocrazie, la sostanza è che se venisse meno l’Occidente verrebbero meno i principi di libertà e democrazia, inventati in Grecia mica altrove, il primo frammento sull’eguaglianza degli uomini è greco.
𝐋’𝐞𝐬𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 “𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐥 𝐭𝐚𝐫𝐟𝐮𝐟𝐨” 𝐩𝐮𝐧𝐠𝐞𝐯𝐚 𝐜𝐡𝐢 𝐠𝐨𝐝𝐞𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐞𝐭𝐚’ 𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚’ 𝐢𝐧 𝐎𝐜𝐜𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐩𝐨𝐢 𝐚𝐩𝐩𝐨𝐠𝐠𝐢𝐚𝐯𝐚 𝐥’𝐢𝐧𝐯𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐔𝐧𝐠𝐡𝐞𝐫𝐢𝐚 (𝟑𝟎 𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐢) 𝐢𝐧 𝐧𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐢𝐩𝐨𝐜𝐫𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐨𝐠𝐠𝐢?
Non ne parliamo, l’antiamericanismo è prodotto del Pci, è stato l’elemento fondante della massa dei comunisti italiani, i 5 stelle vengono quasi tutti da lì. Oggi c’è una banda di cialtroni con l’idea che tutto quello che fa l’America è sbagliato, anche quando fa cose giuste.
𝐏𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐢 𝐟𝐢𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐚𝐜𝐢𝐟𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭𝐚’ 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐢?
E che dubbio c’è. Senti, il 25 agosto ’89 scrissi un articolo, titolo “C’era una volta Togliatti e il comunismo reale”, in prima pagina sull’Unità diretto da Massimo D’Alema fu una bomba tre mesi prima che crollasse il muro di Berlino. Il giorno dopo nessuno mi salutava più, Pajetta, Natta mi guardò dritto e mi disse “i compagni devono stare attenti ai colpi di sole”. Avevo anticipato la fine dell’Urss, un bel colpo di sole. L’America è il nemico, questo il punto.
𝐍𝐞𝐥 𝐯𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐔𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐚 𝐡𝐨 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐨𝐯𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐓𝐚𝐫𝐚𝐬 𝐒𝐡𝐞𝐯𝐜𝐡𝐞𝐧𝐤𝐨, 𝐩𝐨𝐞𝐭𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐳𝐚𝐫 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚’. 𝐋𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐚𝐳𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐢𝐥 𝐃𝐨𝐧𝐛𝐚𝐬𝐬, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞’ 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐬𝐢𝐭𝐚’ 𝐟𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚?
Guarda ho rotto rapporti con un cugino e tanti che non sanno niente del mondo, neanche che la guerra è iniziata con gli interventi militari prima in Crimea e poi nel Donbass nel 2014, scatenati da Putin dopo le proteste di piazza degli ucraini che esprimevano la volontà di guardare all’Unione europea. L’Italia è un caso patologico non c’è dubbio, ma da molti anni. Putin è un tipico esponente del potere russo presovietico e post sovietico, parla solo di armi mai di diritti, con l’invasione questo deficiente ha contributo a costruire l’Ucraina come stato nazionale, cosa che prima non era immaginabile, ha cementato tutte le anime dell’Ucraina, ha fatto nascere una nazione, sotto un’unica bandiera della libertà, altro che denazificazione.
𝐏𝐮𝐭𝐢𝐧 𝐡𝐚 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐟𝐞𝐫𝐨𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐋𝐞𝐧𝐢𝐧, 𝐧𝐨𝐧 𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐨
Certo perché Lenin dava all’Ucraina relativa autonomia culturale e di identità, aveva capito che l’Ucraina era una cosa a sé nell’Unione Sovietica ma Putin non dice del massacro di Stalin di milioni di ucraini, della carestia scatenata contro i piccoli contadini, i kulaki, poveracci che non potevano mangiare e si divoravano tra loro, una tragedia.
𝐁𝐢𝐚𝐠𝐢𝐨, 𝐡𝐚𝐢 𝟗𝟏 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐞𝐢 𝐬𝐮𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥
Per carità e poi ho un telefonino da 18 euro
𝐃𝐢 𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐬𝐨𝐯𝐢𝐞𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚…
(ride…)
𝐄 𝐬𝐞𝐢 𝐝𝐞𝐥 ‘𝟑𝟏 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐃𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐅𝐚𝐛𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨 (𝐒𝐭𝐫𝐚𝐦𝐩 𝐞’ 𝐢𝐧 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚), 𝐞𝐫𝐚𝐯𝐚𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐢 𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 ‘𝟗𝟎𝟎, 𝐝𝐮𝐞 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢, 𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐥𝐨𝐬𝐨𝐟𝐨 𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐨
Caro Ferruccio ho sempre vivo il ricordo di tuo padre, nel viaggio pieno di coraggio in Ucraina, nella tua limpida coscienza e giudizio sulle cose del mondo, riconosco un figlio degno di Dario. Un solo difetto gli attribuisco, quando giocavamo a pallone sul campo dell’Italsider, facendo filone a scuola, non mi ha mai, ma proprio mai passata la palla, lui era numero 10 cosi forte che avrebbe giocato in serie a, io 11 però aveva ragione credo, una delle poche volte che riuscii a tirare in porta arrivò la scarpa non il pallone, tra le risate degli operai che assistevano. Insomma, Dario. Bravissimo, latinista, aveva ragione ancora una volta.
1 Commenti
Complimenti caro Ferruccio,intervista illuminante;che uomo dalla mente lucida a 91 anni!
Ovviamente in televisione a rincoglionire gli italiani chiamano gentaglia come orsini e si guardano bene dall’invitare giganti del pensiero come De Giovanni.