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“Papà…tu ti consideri ancora un uomo di colore…”. L’addio a Sidney Poitier

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Sidney Poitier nacque per caso a Miami, le sue origini erano alle Bahamas e più indietro ancora nella terra promessa di ogni persona dalla pelle nera: l’Africa. Era cosi povero che a 16 anni, nel novembre 1943, mentì sulla sua età per essere arruolato nell’esercito che gli assicurava un tetto e da mangiare.
Grazie ai suoi personaggi il Cinema ha trovato una luce nuova e milioni di afroamericani un simbolo contro il razzismo.

E’ stato il primo attore a portare sul set il tema del razzismo, nei turbolenti anni Sessanta, e il primo afroamericano a aggiudicarsi l’Oscar per “I gigli del campo” del 1963, senza dimenticare l’Oscar onorario a James Baskett per “I racconti dello zio Tom” nel 1948.
Lo stile signorile e gli occhi buoni furono il suo modo di conquistare consensi ai diritti dei neri d’America. Col suo eterno amico Harry Belafonte partecipò alla marcia su Washington del 1963 dove Martin Luther King pronunciò lo storico discorso “I have a dream”, e di lui disse “lo considero un amico, un grande amico dell’umanità”.

Il 1967 fu un anno d’oro per il Cinema e l’attore che recitò in due pellicole leggendarie: “La calda notte dell’Ispettore Tibbs” con la grande interpretazione di Rod Steiger (premio Oscar) e “Indovina chi viene a cena?” (da cui è tratto il nostro video), accanto ai due monumenti Spencer Tracy e Katharine Hepburn che si aggiudicò la statuetta come miglior attrice protagonista. Tra i suoi 50 film da ricordare “La scuola della violenza” e “Il seme dell’odio”, con “L’ultimo fabbricante di mattoni” nel 2001 si ritira dalle scene. Si è spento a 94 anni.

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