“Scusate io sto cercando l’ombrello di ππππ¦ πππππππ per un regalo…voi lo avete? Sul sito risulta esaurito…grazie!” (Micol).
“Salve cerco disperatamente per la mia nipotina la bambola parlante di πππππ¦π‘π ππ’π‘π‘ππππ’πππ ?” (Anna Grazia)
“PerchΓ© non vendete gli orsetti π·π’πππ¦ π πβππππππππ¦?” (Noemi Ciccarelli)
Era ieri, il sito Disney brulicava di richieste. Oggi Γ¨ la prima domenica triste per i fan di Topolino e Paperino, Biancaneve e Peter Pan. La pagina ha chiuso, insieme allo π π‘πππ. Se ne va l’ultimo pezzo di storia italiana dedicata alla vendita in negozio della collezione di costumi, abbigliamento, giochi, prodotti ispirati al magico mondo di Walt Disney. A Milano, a due passi dal Duomo nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele II.
Il 22 ottobre Γ¨ calato il sipario sulle vetrine dell’ultimo simbolo e il piΓΉ grande Disney store per gli appassionati dβItalia. Cadono uno dietro l’altro tutti i 15 punti vendita in Italia tra cui quelli di Palermo, Catania, Firenze, Napoli, Bari.
Il colosso americano aveva annunciato in primavera la chiusura di quasi tutti i Disney Store piantati nel mondo dal 1987, tranne alcuni in Asia, e dichiarato di volersi concentrare solo sulla vendita on line a causa della crisi spinta dalla pandemia. La multinazionale americana ha licenziato oltre centomila dipendenti.
Delusione e tristezza sul web, Simona Arcuri fra tanti scrive: “La chiusura della Disney Γ¨ soltanto un orrore. Anche come strategia di marketing, fallimentare, la magia che si respirava all’interno dei locali tra le melodiose note che facevano sognare grandi e piccini ti invogliava a comprare qualsiasi cianfrusaglia, senza parlare di tutti i dipendenti che si ritroveranno senza lavoro. Mi rifiuto di comprare on line! ”
Con un fatturato di oltre 50 miliardi di dollari e 195 mila dipendenti fino a qualche anno fa, lo slogan della Disney Γ¨ sempre stato “ππ ππ’ππ π πππππππ, ππ’ππ πππππ”. Stavolta il sogno Γ¨ finito.