Un caro amico di Napoli scrive e invia questo video
“Era abbracciata al marciapiede, proprio sotto la mia finestra. La mezzanotte vicina quando ho potuto scrutarla in viso a malapena, avrà avuto 120 anni. Le rughe come coltellate e il colpo di coda dell’inverno che non guarda in faccia a nessuno. Mentre a est la guerra sotterra la primavera, l’ovest freme sul riscaldamento russo e ignora i disgraziati che muoiono per strada.
E allora la pietà si è mangiata il pudore e le scale di casa, ho telefonato al 118, senza risposta. Compreso che dovevo far da solo, mi sono avvicinato: “signora, signora…”dalle ciabatte rosa s’intuiva una donna. Sembrava morta, invece si è mossa e pure il mio ventricolo sinistro.
“Vada alla stazione che qui stanotte muore di freddo”.
Si è alzata solo quando ho minacciato di chiamar la polizia, in una mano ha stretto qualche soldo che avevo in tasca, prima di andare al riparo nella ferrovia. La vedo spesso vagabondare di giorno e il mattino dopo l’ho notata raccogliere un secchiello pieno d’acqua per dissetarsi, messo a terra per un cane davanti a un bar. E a terra quella donna sarebbe rimasta tutta la notte.
Nessuno l’ha aiutata, tranne la provvidenza. Centinaia di auto al semaforo, giovani passanti, ma la sua sagoma distesa era trasparente. Napoli, Roma, Milano, inutile arrampicarsi su falsi primati geografici, l’indifferenza è entrata nel patrimonio genetico di tutte le grandi città.
In Italia sono stati censiti (Istat) 50 mila senza tetto ma chi opera per questi disgraziati sa che sono almeno il triplo, nel ricco Occidente quasi tre milioni.
Caro Ferruccio per una volta è andata bene, ma domani è un altro giorno.
il tuo amichetto d’infanzia Peter”.
