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Ucraina, quei cani come figli strappati alla morte

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Un anno fa il 9 giugno partivo in auto per l’Ucraina e quando ho attraversato il Paese, in mezzo a tanta distruzione mi colpì la cura dei fiori e l’amore per gli animali. Nella palazzina di cinque piani dove ho fatto base per due settimane, nella periferia est di Kiev, ricordo una signora anziana uscire un’ora prima del coprifuoco per innaffiare l’aiuola del condominio e il prato di un parco poco distante irrigato nell’ora esatta in cui scattava il divieto. Questa immagine mi ha accolto ovunque i miei occhi abbiano potuto vedere, anche nelle strade del sud ovest, dove mi sentivo sperduto al mio ingresso nel Paese in guerra.

In queste ore gli abitanti dell’area di Kherson travolta dall’esplosione della diga di Nova Kakhovka sul fiume Dnepr che divide a sud gli ucraini dagli occupanti russi, stanno combattendo una battaglia solidale per salvare la vita oltre che a se stessi, agli animali, in un territorio devastato dall’inondazione che ha sommerso almeno 28 villaggi, mentre gli ineffabili russi sparano anche sui volontari e a chi cerca di evacuare. Immaginate la Romagna allagata, ma dall’invasione del nemico.

Il cane che si vede all’inizio di questo video non riusciva a muovere le gambe posteriori sott’acqua. E’ stato salvato e caricato su un gommone, stremato e riconoscente si è avvinghiato al suo salvatore in un gesto commovente ripreso dallo scatto di Serhii Korovainyi, 28 anni, fotoreporter ucraino.
Ma per tanti animali è stata una strage, circa trecento di uno zoo fattoria sono annegati di notte quando la diga è saltata in aria. La conta dei morti degli esseri umani sarà più chiara quando il livello dell’acqua si sarà abbassato.

Uno strazio infinito conseguenza del progetto criminale di quel signore in giacca di lusso che ordina morte e distruzione nascosto in un bunker del Cremlino.

Ai testimoni che hanno girato queste immagini e le hanno diffuse sui siti ucraini, grazie.

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